giovedì 18 febbraio 2016

costruzioni in terra cruda

LE COSTRUZIONI IN TERRA CRUDA:

  • Sono state e vengono tuttora realizzate a quasi tutte le latitudini della terra. Stime UNESCO dimostrano che più di un terzo della popolazione mondiale vive in case costruite con la terra.
  • Sono state e vengono costruite in zone climatiche molto differenti tra loro (dai territori africani, dove non piove mai, al Canada, dove la presenza di neve si può ritenere una costante).
  • Insistono su territori caratterizzati da diversi gradi di sismicità.
  • Se costruite con le adeguate tecniche possono durare anche centinaia di anni.
  • Sono composte sia strutturalmente che esteticamente (intonaco) dal più antico materiale da costruzione e il suo utilizzo è attestato sin dal neolitico.



CARATTERISTICHE DEL MATERIALE A BASE DI TERRA CRUDA

Bisogna tenere sempre presente che la TERRA HA LIMITI DI RESISTENZA E DI DUREVOLEZZA. Non possono essere usati tutti i tipi di terra, ma solo alcuni con determinate caratteristiche. Non è un materiale omogeneo e quindi non presenta sempre le stesse caratteristiche. La terra cruda non è argilla, ma terra argillosa.

Non necessariamente dobbiamo pensare di costruire una intera abitazione in terra, ma possiamo far uso di questo materiale anche soltanto per intonaci, rivestimenti, tramezzi etc,. La terra, infatti, si presta in modo eccellente per interventi di ristrutturazione e risanamento di ambienti già abitati e che durante l'intervento continuano ad essere vissuti.



La terra è un materiale ottimo per realizzazioni in auto-costruzione:  
Le tecniche di impiego non richiedono dispendiose apparecchiature, ma solo una consistente manodopera, anche non specializzata. Si presta alla realizzazione di abitazioni di dimensioni familiari auto-costruite.    
I mattoni possono essere usati per tramezzature non portanti, anche in case con strutture diverse. 


È un materiale caratterizzato da bassi costi economici e ambientali:
La terra è il più economico e diffuso materiale da costruzione. È facilmente reperibile sul luogo. I consumi energetici durante l’estrazione, lavorazione e messa in opera sono molto bassi (si cava sul luogo recuperando la terra estratta per la realizzazione di fondazioni, cantine, cisterne); non richiede lunghi e dispendiosi trasporti. I costi ambientali sono notevolmente più bassi rispetto ad un qualsiasi altro edificio “tradizionale”.


È eco-compatibile e totalmente riciclabile:    

La terra può essere completamente recuperata, reimpastata e rilavorata, dando luogo a nuovi utilizzi e/o a nuovo intonaco, alla fine del ciclo di vita dell’edificio. Questo materiale può essere recuperato all’infinito.

È traspirante:


In genere, un materiale molto poroso è anche molto traspirante. Tanto più un materiale è traspirante, più bassa è la possibilità che si crei condensa e conseguente muffa sulla superficie. Questa caratteristica determina anche una maggiore durabilità del materiale, un maggiore isolamento termico ed acustico e conseguentemente contribuisce a mantenere un ambiente di vita più sano. 

È un interessante regolatore igrotermico:


La terra ha una elevata capacità di regolare il livello di umidità interna degli ambienti, assorbendo, l’umidità per poi cederla, all’occorrenza, all’ambiente e contribuire così alla creazione di un salubre clima abitativo.

Può essere usata come accumulatore di calore:


La terra, nelle ore più calde della giornata, accumula calore, che viene poi restituito quando la temperatura interna si abbassa. Si può prevedere di usarla in tutti quegli interventi dove, attraverso l'uso di sistemi di captazione del calore proveniente dal sole (es. serre solari) è richiesta la necessità di realizzare degli elementi che, assorbendo calore, lo rilascino gradualmente una volta che il sole non li raggiunga più.

La capacità di garantire un adeguato isolamento termico deriva dalla massa:    
Di per sé la terra non ha una grande capacità di isolamento termico, che si manifesta per via degli spessori notevoli e per le limitate aperture presenti nelle costruzioni. Generalmente è la microstruttura porosa della fase legante che determina l’ostacolo alla propagazione del calore per conduzione. La conducibilità termica a secco è compresa tra 0,8 e 0,9 W/m °C (viene peggiorata dalla presenza dell’umidità e viene migliorata dalla presenza di materiale isolante nell’impasto). Possiamo metterla a confronto con la conducibilità dell’intonaco di calce, pari a  0,7 e 0,9 W/ m °C.
I mattoni alleggeriti con fibra di legno o paglia consentono un notevole aumento dell’isolamento termico.

Crea condizioni ottimali per un salubre raffrescamento estivo:     
La terra ha una interessante capacità di mantenere la temperatura all’interno degli ambienti fresca e pressoché costante durante l’estate. Questo aspetto è dato dalla sintesi di tutte le caratteristiche sopra analizzate.

Può essere utilizzata come isolante acustico:  
Per ottenere una identica prestazione con mattoni forati cotti è necessario utilizzare uno spessore doppio (es. 10 cm di terra cruda = 20 cm di mattoni forati).


CARATTERISTICHE DELLA TERRA PER LE COSTRUZIONI IN CRUDO

La terra deve presentare un certo grado di coesione che dipende dalla presenza dei leganti naturali: limo e argilla.

Le terre più adatte sono composte da:

ELEMENTO PERCENTUALE > argilla 16 % circa - limo 20% circa - materie organiche < 3%

La terra andrebbe preferibilmente cavata da terreni che non contengono ciottoli di grandi dimensioni, radici e terra vegetale. Di solito si cava al di sotto dei 50 cm togliendo lo strato soprastante.

Sono molto utili le conoscenze tramandate dalla tradizione orale di ciascun territorio, in merito all’utilizzo di quale terra veniva cavata ed in quale luogo.

COMPOSIZIONE E GRANULOMETRIA DELLA TERRA

La terra è un materiale composito. Nella terra si possono individuare:

SOLIDI DI NATURA INORGANICA COMPOSTI IN GRANULOMETRIA DA:

  • Ghiaia > 2 mm;
  • Sabbia grossa 0,6 mm ÷ 2 mm;
  • Sabbia media 0,2 mm ÷ 0,6 mm;
  • Sabbia fine 60 μm ÷200 μm
  • Limo tra 3 μm e 60 μm;
  • Argille < 3 μm.

MATERIALI ORGANICI (strato superficiale della terra) COMPOSTI DA:
  • Humus colore bruno-nerastro Piante decomposte, apparati radical;
  • Carbonati, solfuri, solfati, quarzo, che contribuiscono a modificare le proprietà della terra, sono considerati elementi secondari.
Nella terra possono essere presenti anche sali solubili, formatisi a seguito della formazione del bacino di sedimentazione. Questi possono influire negativamente sulla resistenza e durevolezza del “materiale” terra.


Le argille sono dei silico-alluminati idrati i cui atomi sono aggregati in strutture prevalentemente cristalline con una caratteristica geometrico-lamellare. È questa forma che rende possibile la loro lavorabilità in presenza di acqua e la successiva coesione dopo l’essiccamento. 

Questa struttura lamellare è originata dalla sovrapposizione di strati silicei e di strati alluminosi, denominati “foglietti”.

  • Argille e acqua danno plasticità al materiale “terra”: l’acqua che si interpone tra i foglietti consente una corretta lubrificazione del sistema e lo scorrimento degli strati lamellari gli uni sugli altri.
  • La sabbia ha la capacità di dare stabilità dimensionale ai manufatti di terra, riducendo il fenomeno del ritiro in fase di essiccamento.

PROVE PER L’INDIVIDUAZIONE DELLA TERRA


ODORE: 

il terreno può avere odore di muffa o di marcio, amplificato se la terra è bagnata o se è riscaldata.


MORSO: 
un rapido morso può evidenziare la presenza di sabbia, di argilla o di limo. Si esegue prendendo un pizzico di terra tra i denti e se schiacciandolo sentiamo:

  • uno sgradevole scricchiolio siamo in presenza di sabbia;
  • se la sensazione di scricchiolio non è sgradevole la terra è limosa;
  •  se la sensazione è di liscio e farinoso siamo in presenza di argilla.

VISTA: 
vedere la dimensione e le proporzioni dei granuli presenti nella terra. L’argilla, quando secca, si presenta in grani voluminosi e resiste allo schiacciamento.



TATTO: 
da un campione di terra si eliminano le parti più grosse, lo si strofina sul palmo della mano:

  • se la sensazione è di rugosità siamo in presenza di sabbia;
  • se la rugosità è minore e compare un po’ di elasticità siamo in presenza di limo;
  • se è umida e scivola attraverso le dita, resistendo allo schiacciamento siamo in presenza di argilla.
COLORE: 
campione a secco:

  • da castano al bruno o dal verde oliva al nero terreno organico;
  • tra blu notte e nero caffè terreno organico attivo;
  • sul colore grigio chiaro depositi limosi;
  • sul colore rosso, brunastro, giallo terra argillosa.

LAVAGGIO DELLE MANI: 
si basa sulla sensazione residua dopo aver lavato le mani che hanno trattenuto la terra:

  • estrema facilità a lavare le mani corrisponde a sabbia eccessiva;
  • media difficoltà a lavare le mani corrisponde a limo eccessivo;
  • Impressione untuosa o saponata con difficoltà a lavare le mani corrisponde ad argilla eccessiva.

RITIRO:
il ritiro lineare o test di Alcock si fa con una scatola di legno di 60x4x4 cm. Si ungono le superfici interne, si inumidisce la terra e si riempie il contenitore , si spiana la terra e la si espone al sole per 3 gg o all’ombra per 7 gg. La massa indurita si sarà trasferita verso una delle estremità e ci permetterà di misurare il ritiro



PENETRAZIONE: 
con terra umida si procede infilando una spatola nella terra:

  • se dobbiamo sforzare per inserirla ed estrarla, poiché la terra aderisce siamo in presenza di terra argillosa;
  • se lo sforzo è poco e la terra aderisce estraendola siamo in presenza di terreno mediamente argilloso;
  • se non dobbiamo sforzare e la spatola esce sporca siamo in presenza di terreno poco argilloso.

TAGLIO: 
se con un coltello tagliamo il campione di terra e la superficie della lama risulta:

  • appannata indicaterra limosa;
  • lucida e brillante indica terra argillosa plastica.

PRESSIONE
Con un impasto fangoso preparato uno o due giorni prima, si realizzano delle sfere di circa due centimetri di diametro. Dopo che si sono asciugate, si esercita una certa pressione con le dita, in modo da schiacciarle. In questo modo si verifica il livello di resistenza. Se la sfera si frantuma, la terra non è adeguata, se al contrario, rimane sostanzialmente compatta, la terra conterrà adeguate quantità di argilla.



SEDIMENTAZIONE: 
serve per individuare la composizione del terreno. Si inserisce un campione di terreno in un contenitore di vetro a sezione cilindrica, riempito per ¾ di acqua e ¼ di terra. Si scuote il contenitore facendo sciogliere bene la terra. Si lascia decantare e dopo circa un’ora si potrà notare che gli strati di ghiaia e sabbia si sono depositati sul fondo. Sopra di loro si noteranno gli strati di limo e di argilla. Dopo 8 ore si possono iniziare le misurazioni degli strati, individuando così le percentuali dei componenti.

LABORATORIO: 
Gli esami più importanti sono quelli granulometrici e di sedimentazione che forniscono le percentuali precise degli elementi presenti sul terreno. La terra va scelta al di sotto dello strato arabile, in modo da eliminare le parti organiche che hanno componenti e prestazioni instabili. Possono essere confrontati con gli esami effettuati sul luogo.

TECNICHE DI COSTRUZIONE

Ogni tecnica necessita di un tipo diverso di terra che si differenzia per consistenza granulometrica e per lavorabilità. Ogni luogo, infatti, ha sviluppato una tecnica diversa in base alle caratteristiche del materiale locale. 

ADOBE – LADIRI ovvero MATTONI 

Il termine Adobe deriva, dalla parola egizia thobe o araba al-tub che significa “mattone”, che per correzione, nella lingua spagnola, potrebbe essere diventata adobe.

Il termine sardo Ladiri deriva dal latino Lateres, ovvero mattoni.
Nella cultura babilonese il primo mese dell’estate rappresentava il mese dedicato alla preparazione ed essiccazione dei mattoni. Solitamente avevano una dimensione in pianta di cm 20x40 con spessori che andavano da cm 5 a 10.
La produzione può essere, oltre che manuale, anche meccanizzata. La messa in opera è la stessa di quella di un muro in mattoni cotti, con ricorsi in malta di terra o di calce.

BAUGE /COB (TECNICA DEL MATTONE) 
Forma tradizionale presente in Europa, soprattutto in Francia ed Inghilterra (COB). Viene preparato un impasto di terra e fibre vegetali, generalmente paglia (25 kg/mc).
Si realizza un impasto piuttosto duro di terra e paglia, modellato a mano senza l’ausilio di casseri e impilato per realizzare la muratura. Consiste nella stesura di corsi sovrapposti dell’impasto preparato. Completati alcuni corsi, con una pala tagliente si asportano le imperfezioni superficiali dovute al tipo di posa ed alla paglia. Ha funzione portante e deve quindi necessariamente avere importanti spessori.
È un po' come costruire i castelli di sabbia, senza formine.

TORCHIES
Abbinamento di struttura portante in legno con tamponature di terra e paglia, che vanno a ricoprire una griglia in legno, bambù, rami di salice o nocciolo, agganciate alla struttura principale. Con questa associazione la terra viene usata come semplice riempimento o rivestimento.
La funzione portante è assicurata dalla struttura del legno.
L'impasto si prepara miscelando terra e acqua, con aggiunta di sabbia, se necessario, per creare una pasta omogenea. Contemporaneamente si tiene la paglia a bagno per qualche ora. Una volta estratta dall'acqua si lascia sgocciolare e poi si aggiunge all'impasto di terra. Il materiale così miscelato deve riposare da un giorno a massimo 2 settimane sotto un telo di plastica, in modo da non asciugare.
Il prodotto finito può essere steso a mano o con cazzuole. La prima operazione è quella di spennellare la struttura, su cui la terra si deve aggrappare, con la terra stessa. Dopo di che si interviene con l'applicazione del torchis, ovvero, la terra che ha maturato sotto il telo di plastica. Il tutto si chiude con la lisciatura o rigatura della superficie.
L'operazione è impegnativa e richiede una certa esperienza.

PISÈ O TERRA BATTUTA 
Consiste nel preparare un impasto di terra e poca acqua, da inserire all’interno di casseformi mobili in legno, larghe quanto lo spessore del muro. L'impasto verrà poi battuto con mazze e pestelli in legno. I pannelli di legno possono variare da 100 a 200 cm con una altezza di  50 - 90 cm.
La terra viene utilizzata in uno stato tra il secco e l’umido, se ne versano strati di circa 20-30 cm alla volta.
Una volta battuta, la terra si lega e prende compattezza formando una massa omogenea che può raggiungere diverse altezze. Il tipo di coesione, che viene prodotta artificialmente con l’impiego del pestello, produce un effetto naturale, comparabile a quello della formazione delle pietre.
L’evoluzione di questa tecnica ha visto la comparsa di vibro compattatori utilizzati per la compattazione meccanica con conseguente miglioramento del materiale.
Può essere impastata anche con paglia sabbia e ciottoli.
La realizzazione in terra battuta richiede una certa esperienza per la trasformazione diretta del materiale in cantiere, con la presenza di un esperto, una buona organizzazione dei lavori, e manodopera in grado di eseguire le operazioni con abilità.
Una volta che il materiale sarà compattato allo stato umido, bisogna attendere i tempi di essiccamento. L'esecuzione dei lavori deve avvenitre nelle stagioni calde, poichè l'asciugatura deve arrivare prima delle ghiacciate invernali.

TERRA ALLEGGERITA / TERRA-PAGLIA 
La tecnica della terra-paglia è una rielaborazione del torchis. È stata inventata in Germania dopo la seconda guerra mondiale.  È stata successivamente utilizzata e diffusa dall'architetto Franz Volhard, attraverso il manuale pubblicato nel 1983. 
Si usa per tamponare la struttura portante in legno, isolare tetti e solai e realizzare muri divisori interni. Questa tecnica non necessita della griglia di appoggio, ma di casseri, all'interno dei quali viene data forma al materiale. Consente di realizzare manufatti leggeri, caratterizzati da buone prestazioni di isolamento termico.
La terra ha la funzione di legare tra loro gli elementi leggeri e resistenti. La paglia, derivante dal grano, orzo, segale o frumento, è composta dalla stessa materia del legno, solo che è più sottile, leggera e cava. Queste caratteristiche la rendono resistente a trazione ed in grado di garantire, attraverso le cavità della spiga lasciate vuote, un elevato isolamento termico.
La paglia viene bagnata con terra liquida per immersione o aspersione. L'impasto ottenuto viene quindi versato tra due casseri dove viene compresso e messo in forma. In questo modo si riescono a realizzare molti elementi prefabbricati, quali mattoni o pannelli, che si seccano molto velocemente e sono così pronti da essere montati in cantiere.
È possibile anche sostituire la paglia con scaglie di legno.

BLOCCHI IN TERRA COMPRESSA 
Tecnica che prevede terra allo stato secco/umido, prevalentemente sabbiosa, che viene compressa in uno stampo. Può essere effettuata a mano con presse manuali, meccaniche, idrauliche o pneumatiche. Spesso all’impasto si aggiunge un legante idraulico.

BLOCCHI ESTRUSI 
La produzione è molto simile a quella dei laterizi. Si utilizza un impasto meno argilloso e talvolta alleggerito con fibre naturali

COSTRUIRE IN TERRA – PRIMI PASSI  


  • Verificare le caratteristiche chimico-fisiche della terra per scegliere la tecnica più adeguata;
  • Cavare la terra dal luogo nel quale si intende edificare, eliminando la parte superficiale ricca di sostanze organiche;
  • L’estrazione e la lavorazione possono essere fatte manualmente o con l’impiego di mezzi meccanici;
  • Utilizzare terra nella quale sono presenti tutte le granulometrie (ghiaia, sassi sabbia grossa, sabbia fine, limo argilla) in modo che, nel corso della compattazione del materiale, gli elementi più fini possano riempire gli spazi lasciati vuoti da quelli più grandi, dando luogo ad una massa più compatta;
  • La funzione legante è data dall’argilla che deve rappresentare almeno il 15% del composto;

  • Per rendere meno faticosa la lavorazione, sulla terra può essere versata dell’acqua che saturi le particelle argillose e sciolga le zolle;
  • Il quantitativo di acqua utile per impastare, lavorare ed applicare il materiale-terra, varia in funzione della sua umidità, composizione e natura delle argille in essa contenute. In generale, l’acqua da impiegare è compresa tra il 15% ed il 25% del peso della terra. L’acqua in eccesso, rispetto a quella che porta alla massima plasticità, è definita libera e migliora il flusso del materiale sotto sforzo, fungendo da lubrificante;
  • La resistenza a compressione uniassiale fornisce generalmente valori compresi  tra 1 e 3 Mpa. La compattazione della terra con apposite presse, consente di lavorare impasti relativamente asciutti, permettendo un guadagno di qualche MPa.
FORME DI STABILIZZAZIONE
Si può migliorare la qualità della terra e renderla ottimale attraverso diverse forme di intervento:
  • Compattazione manuale o meccanica che riduce la porosità;
  • Correzione della granulometria che si ottiene mescolandola con altra che contiene gli elementi mancanti;
  • Uso della calce, in mancanza di alte percentuali di legante;
  • Aggiunta di calce e sabbia per dare un contributo di stabilità dimensionale e di resistenza;
  • Uso di altri prodotti naturali quali il caucciù naturale, la caseina, gomma arabica, olio di cotone e di cocco;
  • Gli inerti angolari sono migliori di quelli lisci;
  • Fibre vegetali, tipo paglia, con funzione di rinforzo più che di stabilizzazione. La funzione della paglia è quello di stabilizzare le forme allo stato fresco, di favorire il processo di essiccamento e di fungere da stabilizzante meccanico con particolare riferimento alla sollecitazione di trazione che insorge in questa fase e a quelle di flessione quando il materiale è in opera.
ESSICCAMENTO E RITIRO
  • La fase dell’essiccamento, ovvero dell’evaporazione e quindi dell’allontanamento dell’acqua, comporta sempre una riduzione della dimensione del materiale:
  • FASE 1: Allontanamento del velo liquido che copre la superficie e gli strati immediatamente adiacenti. L’acqua passa allo stato di vapore, dalla superficie bagnata all’aria circostante, più velocemente quanto maggiore è la temperatura dell’aria e la sua velocità e quanto minore è l’umidità;
  • FASE 2: viene richiamata per capillarità l’acqua presente all’interno e l’evaporazione inizia a formarsi anche sotto la superficie. La presenza della paglia garantisce un veicolo con il quale il vapore viene convogliato all’esterno con più regolarità;
  • Le particelle solide, inizialmente separate da veli d’acqua, alla fuoriuscita del liquido sono sollecitate a muoversi e ad avvicinarsi, con una conseguente riduzione del materiale. Se il fenomeno avviene con regolarità, senza ostacoli, non dovrebbero sorgere tensioni di trazione pericolose, che possano portare a lesioni del materiale. La presenza della paglia contribuisce a regolarizzare le tensioni della massa;
  • Il ritiro solitamente si attesta tra lo  0,5% e lo 0,2%;
  • Una maggiore quantità di acqua utilizzata nella fase dell’impasto dà luogo ad una maggiore porosità del materiale allo stato secco. Ad alti valori di porosità corrispondono bassi valori di peso specifico, condizionato comunque dalla presenza della paglia e dal tipo di inerti usati (se pomice peserà di meno);
  • Minore è la quantità di acqua e minore risulteranno i micro-pori e più alta sarà la resistenza meccanica.
La maggiore perdita di volume iniziale dipende dalla:
  • quantità di acqua utilizzata per l’impasto;
  • quantità di sabbia e ghiaia che rappresentano lo scheletro;
  • presenza di Paglia;
  • presenza di additivi (es. calce) che agiscono da stabilizzanti a discapito della porosità finale del materiale allo stato secco.

PROTEZIONE DELL’EDIFICIO IN TERRA



L’intonaco è l’elemento indispensabile per proteggere la struttura in terra, così facilmente soggetta a degrado e può essere:

  • DI CALCE (IDRAULICA, AEREA o GRASSELO) con cui la stabilità dell’intonaco mantiene un alto grado di compatibilità fisica con la struttura muraria e viene miscelata con la SABBIA nel rapporto da 1/3 a 1/4 a seconda della plasticità e adesività riscontrabile nell’impasto e nella stesura in parete (l’adesione al paramento murario può essere resa anche più stabile con la tecnica della inserzione di cocci tipo tegole, scaglie di pietra, di mattoni, ect.);
  • DI TERRA che viene utilizzata in particolare nelle zone dove l’approvvigionamento della calce non risulta facile, separando le frazioni più grossolane e con una messa in opera che deve procedere per strati successivi progressivamente più fini in cui Il ritiro deve essere fronteggiato con un’adeguata presenza di fibre;
  • DI CALCE E TERRA in cui la calce, usata come stabilizzante è miscelata con rapporto tra il 5 e il 10%.
INTONACO DI TERRA
  • Fatto della stessa terra con percentuale maggiore di sabbia (per rendere l’impasto più magro e strutturato).
  • Si stende come un normale intonaco.
  • La manutenzione si fa con terra e acqua (pennello).
  • In particolare all’esterno si può stendere un intonaco di calce. In questo caso la manutenzione si fa con la calce a pennello.




PAVIMENTI IN TERRA
  • Possono essere impiegati nei solai in legno in modo da attutire le trasmissioni dei rumori, posati sopra l’assito riempendo le fughe con sabbia. Sistema vantaggioso poiché la posa è a secco e non si sviluppa umidità, né durante la posa, né dopo. Consente di velocizzare i tempi di costruzione, poiché non bisogna attendere i 30 giorni dell’asciugatura del massetto.

PITTURA
  • La pittura copre l’intonaco, lo decora e lo protegge, se adeguatamente composta.
  • È formata da tre componenti di base: il legante, il pigmento e la fase disperdente.
  • Il legante tradizionale impiegato e maggiormente affine con la struttura è la calce (idrossido di calcio). Il processo di carbonatazione che si svilupperà sulla superficie a contatto con l’anidride carbonica e l’umidità dell’aria, trasformerà la calce in carbonato di calcio (calcite) che sarà in grado di legare a sé i pigmenti e di legarsi all’intonaco.
  • La calce può anche contribuire all’igiene degli ambienti interni in quanto la sua forte alcalinità iniziale le conferisce effetti antisettici.
  • I pigmenti sono delle finissime polveri inorganiche, generalmente costituite da varietà di ossidi di ferro. In generale si usano i pigmenti derivanti da terre nelle quali gli ossidi di ferro, presentano colori rosso, giallo, ocra, bruno, verde.
  • Il liquido che funge da disperdente e consente l’omogeneizzazione e la stesura in parete è l’acqua. La calce dispersa in una quantità molto elevata di acqua si chiama latte di calce. Il tenore di idrossido nel latte di calce può variare entro ampi limiti, in funzione del ruolo che si vuole far assumere alla pittura:
  • Per rapporti in volume pari a 1:1 a 1.3 la dispersione è abbastanza carica da potersi impiegare come pittura bianca ed è in grado di fungere da sigillante delle piccole lesioni che possono essere insorte nell’intonaco.
  • Il valore del pigmento necessario per avere la saturazione del colore può variare dal 10 al 25% (rispetto alla calce) se si usano le terre o dal 5 al 15% se si usano ossidi puri.
  • Le dispersioni con rapporti calce/acqua da 1:5 a 1:20 possono ancora essere usate per pitture, ma per avere una accettabile saturazione del colore occorre portare il tenore di pigmento a valori decisamente più alti.
  • L’operazione di colorazione può essere condotta “a fresco” (su intonaco applicato di recente), a carbonatazione del legante ancora in corso, o su intonaco asciutto. In questo ultimo caso l’intonaco deve essere preventivamente bagnato.
  • Per avere un effetto più coprente è indicato ripassare la pittura più volte.
  • Il colore iniziale che vediamo sulla pittura bagnata, una volta asciutta si presenta più chiaro.
bagno e accessori

finiture


vorrà dire qualcosa la passione al mio lavoro

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